Solo due settimane fa la Banca Centrale Europea – BCE, così come previsto, ha abbassato di un altro quarto di punto il costo del denaro, portando i tassi di interesse sulla soglia di un nuovo minimo storico, quello dello 0,25 per cento. L’Istituto di Francoforte è stato infatti indotto a questa scelta da un ulteriore indebolimento dell’economia europea nell’ultimo periodo.
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Ma la Banca Centrale Europea ha anche affermato in questi giorni di essere pronta a mettere in campo misure di intervento non convenzionali pur di seguire gli ultimi sviluppi economici dell’Eurozona. Lo stesso presidente della BCE, Mario Draghi, ha infatti più volte ricordato, nel corso di questi giorni, che il mandato dell’Istituto di Francoforte è simmetrico, cosa che implica una azione da parte del board sia nel caso di un rafforzamento dell’inflazione, che nel caso di un suo indeboliment0, ovvero sia nel caso di un aumento dei prezzi, che in caso di una loro forte diminuzione.
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E proprio in merito alla possibilità di introdurre strumenti finanziari alternativi nella politica monetaria europea, lo stesso Mario Draghi non ha fatto mistero del fatto che l’Istituto è pronto a introdurre anche tassi di interesse negativi sui depositi che le banche europee sono solite lasciare in consegna a Francoforte.
Attualmente, infatti, la Banca Centrale Europea pratica un interesse dello zero per cento sui depositi, ma proprio in questi giorni si vocifera del fatto che tale tasso potrebbe, in via sperimentale, essere portato al -0,1 per cento, in modo tale da costringere le banche ad accrescere le erogazioni di denaro a favore di famiglie e imprese.