Le previsioni sui mercati finanziari mondiali hanno sempre un certo fascino e soprattutto se queste poi rispettano le effettive evoluzioni dei mercati.
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Uno dei maggiori temi dei mercati finanziari è quello legato al mercato azionario, in assoluto il più straripante nel 2013 laddove in molti dei principali indici a livello mondiale hanno raggiunto i massimi di tutti i tempi, come riporta l’analisi di DailyFX – FXCM Matteo Paganini e Davide Marone. Nulla è più eloquente dei numeri: Tokyo (Nikkei +56,7%), New York (S&P 500 +29,1%), Francoforte (+25,4%), Milano (+16,56%), solo per citare i listini da noi più seguiti da vicino. Poco utile sarebbe in questo caso spiegare le motivazioni che hanno condotto a tali performance, pertanto più e più volte spiegate nei nostri contributi e brevemente accennate nella parte introduttiva di questo documento. Ciò che vale la pena chiedersi è piuttosto se questi rialzi clamorosi proseguiranno ancora o se invece assisteremo già dai primi tre mesi di quest’anno a possibili forti correzioni. E’ indubbio che la reazione che gli stessi indici azionari hanno avuto di fronte alla decisione da parte della Fed di ridurre l’ammontare del Quantitative Easing 3 sia stata contro le attese.
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Dal momento infatti che proprio la liquidità enorme iniettata da Washington sta alla base delle quotazioni azionarie. Il mercato però, si sa, si forma dapprima sulle aspettative e poi sulla sostanza e una considerazione per ciascuna di queste due voci va compiuta: la prima è proprio in relazione alle attese in quanto, di fatto,queste ultime non si sono mai articolate in senso negativo. La correzione a cavallo tra novembre e dicembre, quando il meeting Fed diventava sempre più imminente, è stata assolutamente fisiologica all’interno di un contesto di trend e comunque non di portata significativa se rapportata a quelle precedenti della seconda metà di settembre, di agosto e di maggio e giugno.