Un momento ‘no’. Decisamente. I mercati europei non riescono a consolidare i tentativi di risalita e ricadono vigorosamente in area negativa con i prezzi del petrolio di nuovo in crollo (Brent -0,4% a 32,76 dollari al barile e Wti -0,10% a 29,70 dollari al barile).
A cominciare da Atene che, a seguito della caduta di ieri (-7,87%), stamattina aveva provato una ripresa, ma con il passare delle ore il nervosismo è tornato a prevalere e ora lascia sul terreno il 3,6%.
In un quadro che rimane volatile a Milano l’indice Ftse Mib flette del 3,15% attestandosi a quota 15.922 punti, dunque sotto 16.000 punti. Parigi fa registrare un ribasso pari al -2,79% con l’indice Cac40 sceso sotto la soglia psicologica dei 4.000 punti per la prima volta dal dicembre di due anni fa.
Francoforte segna invece un -1,25% e Londra un -0,71%.
Non va via la tensione riguardante i titoli bancari, ma non solo: nel mirino ci sono anche alcuni giganti minerari mentre in generale i mercati hanno accolto con disappunto molti risultati trimestrali di bilancio. Intanto anche a Wall Street si profilano nuove discese, con i contratti futures sul maggiori indici che accelerano al ribasso: i futures sull’S&P scivolano dell’1%, quelli sul Nasdaq sempre dell’1%.
Nel frattempo l’euro si è riportato sopra quota 1,12 sul dollaro a 1,12262. “Che situazione da panico”, ha commentato Kaneo Ogino di Global-info. “Ci sono fondi europei che stanno vendendo dollari per yen dalla mattina e il dollaro/yen ha rotto la barriera delle opzioni attorno a 115”. Il dollaro/yen è arrivato a toccare 114,25 da una chiusura di ieri a 115,84.
Sul listino milanese si registra una raffica di sospensioni che colpiscono una decina di titoli tra cui Ferrari, Finmeccanica, Enel, Cnh, e tra le banche Ubi, Banco Popolare, Banca Mediolanum.