I quattro mercati principali che vengono tenuti in considerazione nel momento in cui si effettuano delle analisi cosiddette intermarket, sono S&P500, Dax, FTSE Mib e Nikkei che vengono considerati i quattro benchmark finanziari.Il primo è senza dubbio il benchmark globale in quanto rappresentativo delle più importanti maggiori 500 aziende statunitensi e “guida” le dinamiche di prezzo del mercato azionario. Ebbene, la difficoltà a compiere nuovi massimi in questi giorni di contrattazione è uno di quei segnali che lascia riflettere circa la regolarità del percorso rialzista del prezzo anche se va detto che da un punto di vista di escursione di prezzo siamo ben lungi dal poter considerare quello attuale un vero ritracciamento.
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Vero è che in ottica intraday il cedimento di area 1.867/70 è stato significativo e potrebbe aprire la strada verso il raggiungimento di 1.857 in primo luogo ed area 1.845 in secondo spiega Davide Marone di Daily Fx. Condizioni strutturali per un cambio di tendenza? Continuiamo ad essere piuttosto scettici: eccessi di offerta clamorosi ancora non si palesano, le condizioni di liquidità del mercato restano anomale e le aspettative in materia di tassi sono ben ancorate e scontate nei prezzi.
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La parziale decorrelazione che stiamo però apprezzando con l’altro riferimento americano e globale, il Dow Jones, può comunque gettare un piccolo campanello di allarme in quanto quest’ultimo non ha fatto registrare nuovi massimi e denota segnali di “debolezza” intrinseca da seguire con attenzione. L’indice europeo, FTSE (UK100) a parte, è senza dubbio quello più simile ai listini azionari USA per caratteristiche cicliche