I movimenti al ribasso delle materie prime sono oggetto di numerose discussioni presso le sale operative. Nel frattempo, le Borse europee partono in scia ai risultati di ieri per poi ritracciare con qualche presa di beneficio.
Resta di fondo, comunque, il trend positivo stimolato dalla risoluzione (almeno per ora) della vicenda greca: il terzo piano di salvataggio è pronto a partire, si attende l’istruttoria tecnica e l’approvazione, mercoledì dal Parlamento di Atene, della seconda tranche di riforme chieste dai creditori.
Ieri si è verificato un forte ribasso dell’oro, che tratta intorno ai minimi da cinque anni coerentemente con l’andamento deludente degli acquisti di lingotti da parte della Cina. Sono bastati pochi minuti di movimenti speculativi a Shanghai per abbattere il corso del lingotto, ma anche il petrolio è sotto pressione. Su tutte le commodity pesa l’approssimarsi del rialzo dei tassi Fed – il primo dal 2006 – che verosimilmente terrà il dollaro su livelli di forza. Il petrolio Wti è giunto a infrangere al ribasso la soglia di 50 dollari al barile nella prima mattinata, per poi oscillare su quella soglia. L’oro ad agosto resta aggrappato alla soglia di 1.100 dollari l’oncia (le materie prime).
Mentre si verificano questi scossoni sulle commodity, gli investitori si mostrano cauti dopo le ultime sedute di rialzi. Piazza Affari ha rivisto livelli massimi dalla fine del 2009 e oggi Milano, che aveva aperto in rialzo, cede poi lo 0,3%, debole come le altre: Parigi e Londra arretrano dello 0,2%, Francoforte dello 0,1%. Tra i singoli titoli milanesi, rialzo per Astaldi che ha firmato un contratto in joint venture da oltre 1 miliardo in Russia.
Si stabilizzano i bond italiani e spagnoli: lo spread tra Btp e Bund si colloca poco sotto i 115 punti base, mentre il rendimento del Btp decennale è all’1,89%. Stabile il cambio tra euro e dollaro stabile, con la moneta del vecchio continente che scambia a 1,0818 biglietti verdi.