Mercati pronti alla stretta monetaria della Fed?

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Successivamente all’ultima riunione del Fomc, la Federal Reserve ha reso noto un comunicato nel quale ribadisce la sua “pazienza” a riguardo dei tempi di un ritorno alla normalità monetaria degli Stati Uniti.

Contemporaneamente, è stato reso noto che ciò sarebbe in linea (“consistent”) con il “considerable time” (tempo considerevole), l’espressione inserita per ben 18 volte nei precedenti comunicati.

L’effetto di questi due espressioni nel testo del comunicato della Fed è stato quello di provocare confusione, come hanno detto numerosi analisti, al punto che il quadro è stato più chiaro solo a seguito della conferenza stampa del governatore Janet Yellen, la quale ha messo le cose in chiaro: i tassi USA saranno alzati l’anno prossimo, anche se non c’è fretta sui tempi. E almeno fino al 2017 non ci sarà del tutto un ritorno alla normalità monetaria.

Pertanto, la banca centrale americana ha ribadito quello che è già noto da mesi, ovvero che i tassi saranno alzati nel 2015 e che la tempistica esatta sarà relativa all’evoluzione dei dati economici statunitensi. Ma i mercati sono pronti?

La confusione generata dal comunicato potrebbe essere il riflesso del tentativo della Fed di evitare che l’inserimento del termine “paziente” lasciasse intendere ai mercati che i tassi saranno alzati prestissimo. Inoltre, ben tre membri del Fomc si sono espressi contro: il governatore della Fed di Minneapolis, Narayana Kocherlakota, quello di Philadelphia, Charles Plosser e di Dallas, Richard Fisher. Il primo, perché ritiene che la decisione crei rischi al ribasso per il target d’inflazione al 2% e per la stessa credibilità dell’istituto; il secondo non avrebbe voluto che fosse inserito il riferimento al “considerable time” dei comunicati precedenti; il terzo, perché crede che i dati macro-economici non giustificherebbero il rinvio di un aumento dei tassi. Lo scontro tra “falchi” e “colombe” in seno all’istituto sta crescendo e la Yellen deve sempre più tenerne conto.

 

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