Il mercato immobiliare delle abitazioni ha proseguito a scendere anche nel 2013, toccando la quota di 407mila unità molto al di sotto delle 430mila registrate nel 1985, quasi 30 anni fa.
Il calo totale, anche se ha avuto un piccolo rallentamento durante l’anno, è stato del 9,2% e ha interessato sopratutto le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%). Il Sud (-9,8%), il Nord-Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%). Sono i dati riportati dal Rapporto Immobiliare 2014, lo studio annuale delle abitazioni fatto in collaborazione dall’Osservatorio del mercato immobiliare dall’Agenzia delle Entrate e l’Abi.
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Sull’acquisto di abitazioni nel 2013 il mercato immobiliare ha perso circa 8 miliardi: il valore di scambio totale è in calo del 10,8%. Il calo è esteso in tutte le aree del paese con il tasso più alto al Sud (-13,4%), con un tasso del 12% per il Centro e le Isole, e cali poco sotto il 10% per le due aree del Nord. La discesa del fatturato è poco più alto nei comuni non capoluogo (-12%) rispetto ai capoluoghi (-9,2%).
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I valori più bassi di fatturato sono nei comuni più piccoli, con meno di 5mila abitanti, con 115mila euro circa per abitazione, e il valore mediamente più alto si registra nelle città più grandi, 253mila euro circa. Nei primi tre mesi del 2014 le nuove erogazioni di mutui hanno avuto un aumento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stando all’indice realizzato dall’Ufficio studi dell’Abi, è migliorata nel 2013 la possibilità per le famiglie italiane di acquistare una casa.