Microsoft taglia 18 mila posti di lavoro

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 Bill Gates aveva creato una compagnia dedicata alla difesa del suo monopolio nel settore del software, e quindi dei suoi profitti. Oggi nuovo ceo Satya Nadella ha ufficializzato la decisione annunciata di licenziare 18.000 dipendenti, per un cambiamento epocale in corso nella cultura e negli obiettivi industriali della Microsoft. Un’epoca che si chiude, quella del predominio dei programmi per i computer, e una che forse si apre, cioè quella della produzione di tecnologia “pervasiva e ubiqua”, in grado di collegare ogni persona alle opportunità illimitate degli apparecchi mobili.

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L’azienda si era ampliata perseverando nella difesa dei suoi programmi, e Windows era divenuto per tutti il sinonimo di software. Per anni la compagnia ha navigato su questa posizione di quasi monopolio, ritenendo che fosse immutabile. I suoi dipendenti erano persone privilegiate di un miracolo tecnologico. Ma in questo modo ha perso molte occasioni, a iniziare da quello di internet, su cui lo stesso Gates all’inizio era scettico, per concludere con quello dei gadget mobili, dove gli storici rivali di Apple e poi Samsung sono diventati padroni.

Oggi  Microsoft muta cultura e intenti strategici, per sopravvivere. Si intuisce dalla mail che Nadella ha spedito a tutti i dipendenti per chiarire la logica dei 18.000 licenziamenti, che diventano un dramma per chi perderà il lavoro in un posto un tempo iper sicuro, ma una necessità per il futuro dell’azienda. Gli obiettivi segnalati dal nuovo ceo sono due: «Primo, semplificare il modo in cui lavoriamo, per diventare più agili e veloci. Secondo, integrare i prodotti e i servizi di Nokia nella Microsoft».

 

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