Lavoro, le misure contenute nel Decreto

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 È forte la tensione nella maggioranza sul decreto lavoro: per il Pd si rischia una sproporzione di precarietà. Per Ncd la flessibilità non è sufficiente. Queste le misure:
– I contratti a tempo determinato senza causale potranno essere rinnovati massimo per cinque volte in tre anni. Prima le proroghe possibili erano otto.
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– questo al fine di evitare che i giovani assunti con contratto precario vengano mandati via anche se c’è bisogno di loro. I sindacati temono che una regolamentazione fatta in questo modo faccia aumentare il precariato.

– Il congedo di maternità verràconteggiato ai fini del diritto di precedenza. Alle lavoratrici viene riconosciuto il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato fatte dal datore di lavoro nei successivi 12 mesi. I contratti a tempo determinato potranno arrivare al massimo del 20% rispetto al numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato con la sanzione, per chi non rispetta tale regola, dell’assunzione a tempo indeterminato.

– Dopo il passaggio in commissione, è stato introdotto (non nelle microimprese) l’obbligo di assumere almeno il 20% degli apprendisti una volta finito il periodo di pratica prima di procedere con l’assunzione di nuovi. Prima del passaggio in commissione non c’era alcun limite. Riattivato anche se in forma facilitata l’obbligo di scrivere nel contratto il piano formativo dell’apprendista.

– Anche in questo caso, i sindacati temono che le aziende scelgano di ricominciare con un nuovo apprendista (e con gli sgravi fiscali connessi) anziché confermare una persona più formata ma più costosa. L’agevolazione, sostengono, finirebbe per sfavorire i giovani.

 

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