Mentre Matteo Renzi si appresta a prendere il timone del nuovo Governo, rilanciando l’economia del Paese, l’export ‘al femminile’ fa registrare una buona crescita. Uno degli obiettivi è quello di rimuovere il cuneo fiscale, sostenendo le imprese e favorendo la loro promozione fuori dai confini.
L’internazionalizzazione è un concetto da tenere in alta considerazione. L’export si conferma la principale direttrice di sviluppo per la moda donna del nostro Paese. Stando ai dati Istat elaborati dal ‘Sistema moda Italia’, nei primi dieci mesi dello scorso anno le esportazioni dell’intero comparto sono cresciute del 3% in confronto allo stesso periodo del 2012, sfiorando i 6,5 miliardi di euro.
L’incremento fa ben sperare. L’Italia ha ripreso ad esportare nei Paesi europei. Tra le migliori performance ci sono quelle di Francia (+0.7%) e Germania (+2,9%). Si tratta del primo e del terzo mercato di sbocco per la moda al femminile. Tra le piazze oltre i confini europei più importanti menzioniamo inoltre Hong Kong, dove al termine di un 2012 negativo l’Italia registra un rimbalzo pari al +20%, e Cina (+16,8%). In crescita anche le vendite verso Gran Bretagna (+6,6%), Stati Uniti (+5,8%) e Russia (+2,3%). Tra i prodotti del Made in Italy più apprezzati oltreconfine vanno forti le confezioni in pelle, la maglieria e la camiceria.
Rallenta, di contro, l’import. Fa registrare un -4,6% in confronto al periodo che va dal gennaio all’ottobre del 2012. A dare segnali negativi sono i Paesi extra-Europa che pesano sulle importazioni per una quota pari al 56,6% e che nel periodo tenuto in considerazione dai dati Istat hanno ceduto in totale il 6,5%.