Gli italiani continuano ad amare ancora la moda ed i vestiti di qualità, ma la recessione ha modificato, nel vero senso del temine, usi e “costumi” degli italiani.
Infatti emerge che 6 su 10 hanno diminuito, nell’ultimo anno, la spesa nel settore abbigliamento, mentre la percentuale di persone che acquistano moda low-cost è più che triplicata durante il periodo di crisi, facendo registrare un passaggio dal 14% al 44%. E continuano ad aumentare costantemente gli acquisti online, nei mercati pubblici e nei negozi dell’usato.
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È questa la fotografia che viene fuori da un’indagine condotta da Confesercenti SWG sulle consuetudini d’acquisto di abbigliamento in Italia che sono radicalmente cambiate negli ultimi anni. Prima della crisi, la percentuale di persone che acquistava vestiti ed accessori di qualità era pari al 26%, il 60% si orientava verso prodotti di fascia media e soltanto il 14% sceglieva di rivolgersi al low-cost..
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Oggi, al contrario, acquista a basso costo il 44%, poco meno della quota (47%) che ancora preferisce capi di qualità media. Quasi spariti, invece, gli aficionados dell’alta qualità, che vanno dal 26 al 9%. La ricerca del prezzo più basso indirizza sempre più spesso gli italiani a effettuare i propri acquisti di abiti al di fuori dei negozi, spesso in canali alternativi. Il 36% dichiara di aver comprato con più frequenza riguardo al passato abiti e accessori sul web, mentre il 34% ha implementato i propri acquisti da bancarelle, ambulanti e mercatini rionali, mentre il 26% ha scelto le grandi catene di pronto moda.