La Fininvest di Silvio Berlusconi dovrà risarcire 246.000 euro per danni non patrimoniali alla Cir della famiglia De Benedetti, al posto dei 32 milioni di euro richiesti.
Lo ha deciso il Tribunale di Milano nella causa civile ‘bis’ sulla vicenda del Lodo Mondadori.
Si è conclusa così, in primo grado davanti al giudice della decima sezione civile Nadia dell’ Arciprete, la causa civile civile ‘bis’ con cui la Cir aveva chiesto alla Fininvest il risarcimento di altri 32 milioni di euro per danni non patrimoniali: secondo i legali della Cir, ne andavano sommati altri 60 circa per interessi e spese legali, per un totale che si avvicinava ai 100 milioni di euro. Il giudice, però, nel suo provvedimento ha riconosciuto a Cir un danno non patrimoniale per soli 246mila euro.
La nuova istanza era stata avanzata dopo che la Cassazione, nel settembre 2013, nel condannare definitivamente la Fininvest a versare 494 milioni all’editore del gruppo Repubblica-Espresso per i danni patrimoniali, aveva demandato ad altro giudice la liquidazione di quelli non patrimoniali. E ciò per via della “lesione del diritto ad un giudizio reso da un giudice imparziale” sulla scorta dell’ ormai definitiva constatazione, sia in sede penale che civile, dell’accertamento di “un plurioffensivo fatto di corruzione”. E cioè la tangente di circa 400 milioni di lire versata al giudice Vittorio Metta, l’estensore del verdetto della Corte d’Appello civile di Roma che nel 1991 ribaltò l’iniziale lodo arbitrale favorevole a De Benedetti consegnando la casa editrice Mondadori a Silvio Berlusconi.
A Cir è stato riconosciuto soltanto il danno non patrimoniale “da lesione del diritto costituzionalmente garantito ad un giudizio reso da un giudice imparziale” e non anche quelli per le “ricadute negative sulla immagine” o per lesione “dell’onore e della reputazione” o per la “presunta caduta del titolo” in Borsa. Così, nella sentenza sulla causa civile ‘bis’ Lodo Mondadori il giudice spiega la condanna.