Si è diffusa la voce che una soluzione bizzarra ma plausibile per il debito americano fosse nella coniazione di una supermoneta, un superdollaro di platino dal valore di 1000 miliardi che gli Stati Uniti potrebbero usare in funzione anti-default.
Praticamente ne parlano tutti e già s’immagina il presidente Obama alla FED per il deposito ufficiale del superdollaro. Peccato che molti vedano in questo gesto e in questa soluzione soltanto la base per un periodo di iperinflazione.
In realtà i primi due effetti che avrebbe la moneta di platino sarebbero una vendita di bond da parte delle banche private e poi la rimozione degli interessi passivi con effetto deflazionistico.
La MMT è intervenuta sull’argomento spiegando la differenza tra tecnica e pratica. Tecnicamente è possibile e conferma che la FED non fa altro che monetizzare il deficit. Molti pensano che lo abbia già fatto con il Quantitative Easing che è un duration trade, ma non si basa sulla monetizzazione.
Il rialzo dei prezzi degli asset sarebbe immediato con un impatto inflazionistico molto importante, mentre non è assolutamente vero il discorso legato all’iperinflazione. Infatti l’inflazione si produce soltanto in presenza di un eccesso di spesa. La moneta di platino sarebbe soltanto un quantitative easing di minore entità e durata.