In calo gli indici statunitensi. Il Dow Jones Industrial Average evidenzia una flessione dello 0,15%, lo S&P500 dello 0,20% e il Nasdaq Composite dello 0,35%. A indebolire le piazze azionarie del paese a stelle e strisce è stato il deludente dato macroeconomico sul settore immobiliare. I nuovi cantieri residenziali a giugno sono risultati pari a 893 mila unità, minimo degli ultimi nove mesi e livello ben inferiore alle attese di mercato (1,02 mln di unità). Rivisto al ribasso anche il dato di maggio a 985 mila unità spiega il desk di Ig. Molto deludente anche il dato prospettico sulle licenze edilizie attestatesi a 963k (consensus 1037k). Una battuta d’arresto particolarmente importante per il comparto immobiliare. Le cifre sono molto deludenti soprattutto negli Stati Meridionali dove i nuovi cantieri residenziali sono scesi a 375 mila unità, livello più basso degli ultimi due anni. Ricordiamo come la Federal Reserve dopo aver lanciato l’ultimo piano di QE abbia sempre monitorato da vicino sia il mondo del lavoro che il comparto “real estate”. La stessa Janet Yellen, governatore della FED, ha ricordato come i progressi nel mercato immobiliare siano stati inferiori alle previsioni.
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Le altre cifre macroeconomiche sono state invece positive. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono risultate inferiori alle attese e l’indice della FED di Philadelphia è salito da 17,8 a 23,9 punti nel mese di luglio (livello più alto da marzo 2011). Riteniamo molto interessante l’indice della FED di Philadelphia perché conferma già i dati evidenziati martedì pomeriggio dall’Empire Manufacturing Index dell’area di New York. Il settore manifatturiero americano mostra quindi importanti segnali di ripresa.
Un bel rompicapo per il numero uno della FED. Per le colombe le argomentazioni per lasciare i tassi su livelli bassi per un lungo e prolungato periodo di tempo sono principalmente due: prezzi al consumo e comparto real estate. L’inflazione è ancora ampiamente sotto il 2%, il settore immobiliare evidenzia risultati abbastanza deludenti. I falchi invece insisteranno sui notevoli progressi che ha fatto l’economia statunitense negli ultimi 12 mesi e i rischi di bolle finanziarie che si stanno creando su molti settori, legate alle politiche monetarie espansive.
Noi crediamo che i membri del Board decideranno di anticipare il rialzo del costo del denaro dal 2T 2015 al 1T 2015. Stimiamo che la FED inizierà a incrementare i tassi a inizio del prossimo anno gradualmente di 25 punti base. Ci aspettiamo a fine 2015 i tassi sui fed funds all’1%.