Un atto di responsabilità, alquanto gradito. Successivamente ll’intesa sull’integrativo interno, il presidente di Mps Massimo Tononi ha deciso di devolvere tutti i 500mila euro della sua retribuzione annuale al fondo Mpsolidale, uno strumento grazie al quale i dipendenti potranno utilizzare permessi retribuiti straordinari per le loro necessità.
Tononi non è il solo rappresentante dei vertici di Mps ad aver compiuto questo gesto di attenzione. L’amministratore delegato Fabrizio Viola, da par suo, lascerà 250mila euro del suo complessivo compenso al fondo (nel 2014 Viola ha percepito dall’istituto 1,3 milioni di euro). Grazie al beau geste dei due banchieri il fondo interno potrà realizzare un monte di 6.000 giornate lavorative a disposizione dei circa 25.000 dipendenti.
Giulio Romani, segretario di First Cisl, commenta così il gesto:
La decisione è un atto di responsabilità, soprattutto in una fase così difficile della banca, in cui i dipendenti hanno dato, ancora una volta, un contributo concreto al sostegno dell’azienda. Gli accordi aziendali siglati hanno sempre evidenziato un sistema di relazioni industriali che ha saputo valorizzare il senso di appartenenza dei lavoratori alla banca, puntando anche su strumenti di mutualità interna tra i più avanzati del settore. Nessuna prospettiva sarebbe garantita all’azienda se non potesse contare su uno straordinario attaccamento dei propri dipendenti. Ci auguriamo che questo sia un esempio per tutti i top manager delle banche, sul quale costruire un modello retributivo responsabile.
Il gesto di Viola e Tononi non è del tutto una novità in casa Mps. Già il predecessore di quest’ultimo, Alessandro Profumo, che si era insediato nel 2012 a Siena, aveva deciso di lasciare alla banca la gran parte delle sue retribuzioni nel triennio. Profumo aveva intascato 38 milioni di euro di buonuscita dopo un decennio alla guida operativa di Unicredit.