Un’azienda che opera in diversi Paesi in Europa (‘cross-border’) riesce a pagare in media il 30% di tasse in meno in confronto a quanto faccia una attiva in un solo Paese.
Per far fronte a questa possibilità di balzare ‘allegramente’ da una giurisdizione fiscale all’altra, così da minimizzare l’impatto delle tasse sui propri conti, la Commissione Ue rilancia l’impegno a riformare la tassazione societaria in maniera tale da combattere l’elusione fiscale, assicurare la sostenibilità del gettito e rafforzare il mercato unico per le imprese.
Il piano d’azione comunitario consente di ridare impulso alla “base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB, Common Consolidated Corporate Tax Base)”, cioè una tassa unica a livello europeo per le multinazionali, determinando poi un quadro fiscale “che garantisca una tassazione efficace nel luogo in cui sono generati gli utili”. L’obiettivo della nuova crociata dell’esecutivo europeo, che trova riscontro anche nell’impegno dei G20, mira a evitare nuovi casi Apple o Amazon: grandi gruppi che riescono a stringere accordi con i governi, sedendosi al loro tavolo con il coltello dalla parte del manico, arrivando a strappare imposizioni ridicole (il 2% per la Mela in Irlanda) sotto la minaccia di ridurre la presenza e quindi i posti di lavoro. Casi finiti nel mirino Ue come possibili aiuti di Stato, che in realtà svelano la potenza delle grandi multinazionali.
Sul primo fronte, quello della CCCTB, a dire il vero si assiste a uno stallo che dura ormai dal 2011, quando sono partiti i negoziati su una prima proposta della Commissione. Oggi Bruxelles parla di “un consenso generale sulla necessità di riprenderli, dati i notevoli vantaggi che la CCCTB offre. Inizieranno immediatamente i lavori per elaborare una nuova proposta sull’introduzione di una CCCTB obbligatoria mediante un approccio in più fasi. Ciò permetterà agli Stati membri di progredire più rapidamente per assicurare la base imponibile comune. Il consolidamento sarà introdotto in una seconda fase, visto che finora è stato il punto più complesso dei negoziati. La Commissione presenterà questa nuova proposta appena possibile nel 2016”.