La BCE ha deciso di contrastare l’assenza di crescita economica del paese e il rischio deflazione, con un ulteriore ribasso dei tassi d’Interesse. Ecco che effetti hanno le decisioni di Mario Draghi.
Bisogna assolutamente contrastare questo fenomeno economico dell’assenza di crescita dei Paesi e bisogna mettere un freno anche alla deflazione. Le uniche alternative all’incapacità dei governi di trovare delle soluzioni adeguate, è nella politica monetaria. Ecco allora che risulta provvidenziale la scelta della BCE di tagliare i tassi. Ma cosa è stato fatto nello specifico?
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Si è deciso di tagliare il tasso di rifinanziamento dallo 0,15% allo 0,05%, toccando un nuovo record storico negativo. Per i cittadini ci sono numerose opportunità. In particolare i mutui per la casa diventano più raggiungibili anche se per accedere a questo ulteriore sconto i mutuatari devono dimostrare di essere solventi e di avere a disposizione la metà del valore dell’immobile.
Per chi ha un mutuo a tasso variabile indicizzato al tasso BCE ci sarà una riduzione sulla rata mensile del finanziamento. Per un mutuo da 100.000 euro il risparmio è tra i 5 e i 10 euro mensili. Più alti sono i capitali, maggiore sarà il nuovo sconto.
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Il Codacons ritiene che con questa nuova manovra ci saranno effetti positivi sull’economia delle famiglie, soprattutto su quelle che si sono affidate al tasso variabile per mutui, anche di piccola entità.
Il calcolo del risparmio è presto fatto. Per coloro che hanno un mutuo a tasso variabile da 100mila euro da rimborsare in 30 anni, il risparmio parte da 65 euro l’anno che diventano quasi 100 se l’importo richiesto è di 150 mila euro da rimborsare in 25 anni.
Tutto il risparmio, dunque, dipende dall’importo del mutuo, dal tempo residuo del finanziamento e dalla durata del mutuo stesso. Questo provvedimento interessa il 2% delle famiglie che hanno attivato un mutuo, quelle cioè che hanno scelto di agganciare il tasso d’interesse al tasso BCE.