Si registra la conferma dell’andamento al ribasso dei prezzi delle case. Un trend, questo, che dura da oltre tre anni. Lo rilevano i dati Istat, secondo cui durante il primo trimestre dell’anno l’indice dei prezzi delle abitazioni si è ridotto dello 0,7% in confronto al trimestre precedente e del 3,4% in confronto allo stesso periodo del 2014.
Dati che aggiornano l’emorragia di valore del mattone italiano: con questa contrazione, la diminuzione rispetto al 2010 raggiunge il -13,7%. Alla riduzione concorrono sia le abitazioni esistenti, i cui prezzi, nello stesso periodo, sono scesi del 18,6%, sia le nuove per le quali si registra una variazione negativa dell’1,5%, spiega l’Istat.
Si tratta dell’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento. Come accade dagli inizi del 2013, rileva l’Istat, anche nel primo trimestre dell’anno in corso la diminuzione tendenziale è dovuta sia ai prezzi delle abitazioni esistenti (-3,8%) sia a quelli delle abitazioni nuove (-2,0%). Come risultato di questi andamenti, il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella delle nuove si riduce a 1,8 punti percentuali, il minimo – sottolinea l’Istituto di statistica – da quando è possibile calcolare la relativa serie storica.
Anche il dato congiunturale conferma il quadro di generale ribasso dei prezzi. Quello registrato nel primo trimestre 2015 è infatti il quattordicesimo calo congiunturale consecutivo (rispetto cioè al trimestre precedente) e per la prima volta – rileva sempre l’Istat – è il risultato di una diminuzione dei prezzi delle abitazioni nuove (-1,0%) più ampia di quella delle abitazioni esistenti (-0,5%).
I dati sono commentati dal Codacons, secondo il quale la dinamica negativa “è determinata dal crollo nelle erogazioni dei mutui alle famiglie da parte delle banche. Negli ultimi anni – prosegue il Codacons – i mutui per acquisto di abitazioni concessi dagli istituti di credito solo calati del 72%, passando dai 62,7 miliardi di euro del 2007 ai 17,6 miliardi di euro del 2013. Nell’ultimo periodo si è registrata una lieve inversione di tendenza, ma questa appare del tutto insufficiente a far riprendere il mercato immobiliare.