Resta basso lo spread fra Btp italiani e Bund tedeschi, andamento che entusiasma i mercati e che, almeno in Italia, dipende dalla fiducia alla nuova Legge di Stabilità in cui sono ora collocate le speranze di crescita e miglioramento.
> I mutui a tasso variabile più convenienti per l’acquisto della prima casa
Ma stando all’analisi di Vito Lops sul Sole 24 Ore, ora che lo spread sui bond scende molti sono felici, non pensando che, valutando la situazione di disinflazione, i tassi reali sul debito pubblico sono più alti oggi che nel momento pre-crisi e che a scendere non è solo lo spread tra Btp e Bund ma anche quello di Spagna e Irlanda. Bisogna essere cauti nel dire che il peggio sia passato, anche perché bisogna aspettare la vera attuazione delle misure della nuova Legge di stabilità, tenendo presente la situazione odierna italiana e della sua economia reale, quella che riguarda i cittadini e che resta preoccupante.
> Condizioni migliori per i mutui, ma la domanda cala
E se lo spread tra Btp e Bund scende quello che resta ‘pesante’ è lo spread che le banche applicano sui mutui e che si unisce all’Euribor (per i mutui a tasso variabile) e all’Eurirs (per quelli a tasso fisso) nel calcolo del tasso finale per il mutuatario. Oggi è in media pari al 3%, circa tre volte quello che si poteva ottenere nell’estate del 2011.
Lops ha spiegato che quando le banche attuavano spread sui mutui dell’1% l’economia italiana andava ancora bene e il tasso di disoccupazione era molto più basso di quello odierno e questo indica che per riproporre spread più convenienti, dovrebbe migliorare la situazione interna d’Italia.