Il Nasdaq, listino del settore tecnologico ha sempre affascinato l’immaginario collettivo, ed è facile capire perché. Le rivoluzioni tecnologiche, come la macchina a vapore, il motore a scoppio o più recentemente internet, dischiudono grandi opportunità per gli imprenditori come gli investitori. Il successo stellare di pochi player di spicco non deve però farci dimenticare i fattori fondamentali: innanzitutto, le aspettative ambiziose provocano spesso valutazioni eccessive e, in secondo luogo, il valore di una società dipende in ultima istanza dagli utili e dai flussi di cassa. Alla fine prevale sempre la “legge di gravità”, indipendentemente dal settore in cui opera un’azienda spiega di Christophe Bernard, chief strategist di Vontobel.
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Gli investimenti tecnologici non destano sempre ricordi piacevoli. Lo scoppio della cosiddetta bolla delle dot-com, nel 2000, ha distrutto valore per gli azionisti e mandato in rovina non pochi investitori. Siamo arrivati al punto in cui la storia si ripete? Non crediamo. Certamente, molte società mancheranno di soddisfare le aspettative e gli investitori potranno subire gravi perdite.
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La situazione odierna è però fondamentalmente diversa da quella degli ultimi anni novanta. Le aziende all’avanguardia tecnologica Apple, Google o Facebook sono redditizie “sul serio” e vantano solidi bilanci. Per gli investitori è comunque consigliabile diversificare l’esposizione nel settore tecnologico, mettendo il focus su aziende con una valutazione “ragionevole” e quote di mercato dominanti nei rispettivi segmenti. Nell’esaminare il settore tecnologico, molti investitori sono spesso accecati dalle azioni che fanno più scalpore tra i media. Così facendo, trascurano però i “vecchi” titoli domestici, come Microsoft, IBM, Oracle o EMC – per citarne solo alcuni – molti dei quali hanno dovuto reinventarsi quando le loro sorti hanno cominciato a cambiare.