Quali prospettive per il prossimo anno? Si parla molto di ripresa economica, ma purtroppo essa se ci sarà sarà timida e fragile. L’Italia, a partire dall’inizio dell’enorme periodo di crisi, ha lasciato sul terreno circa un decimo del suo prodotto interno lordo.
E’ su questi dati che si basa lo scambio epistolare tra il Ministro Padoan e l’Unione europea. Le due parti, Italia e Bruxelles, continuano la loro trattativa e il Ministro del Tesoro italiano si è nuovamente rivolto all’Ue e in particolare ai titolari del dossier conti pubblici, Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici. Il primo è il vicepresidente della Commissione incaricato di seguire i bilanci degli Stati membri, il secondo è il commissario agli Affari monetari. Caro Valdis, Caro Pierre, sono fiducioso che lo sforzo senza precedenti nel programma di riforme avrà chiaro appoggio dalle istituzioni europee. Il piano del governo è coerente con le raccomandazioni volte a aumentare competitività e crescita» e i «prossimi mesi saranno cruciali. Mi trovo a elencare il pacchetto di riforme strutturali finora introdotte dal governo, a partire dal Jobs Act, che darà ancora più stabilità al sistema previdenziale. Il consolidamento fiscale dell’Italia è già stato impressionante. E nonostante questo sul debito pesa una crescita nominale molto bassa. Non solo: se il debito è aumentato, non è stato a causa di una cattiva politica fiscale, semmai riflette il contributo concesso per aiutare altri Paesi e il piano di pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione. L’analisi di Padoan, dunque, è brutale. La sua missiva è funzionale a evitare che la Commissione chieda all’Italia nuove modifiche. Il Governo del nostro Paese vuole chiedere altri quattro mesi di tempo per dimostrare che la flessibilità è strumentale alle riforme che sono in corso.