Moltissimi insegnanti saranno costretti ad accettare incarichi fuori sede, lontani dalla loro residenza, pena l’esclusione da tutte le graduatorie. Ci si aspetterebbe quindi un’agevolazione per coloro che saranno costretti a fare svariati chilometri per recarsi sul posto di lavoro. Invece anche il settore pubblico ha tagliato questi fondi.
Non ci sono soldi per coprire quelle che negli anni scorsi erano le agevolazioni erogate a favore degli insegnanti fuori sede per alleggerire i costi della permanenza lontano da casa o del trasporto. Vitto, alloggio, carburante e viaggi saranno tutti a carico dell’insegnante e non saranno fatte differenze tra docenti a tempo indeterminato e e supplenti.
> Scuola, per ogni ragazzo si spenderanno mediamente 514 euro
Il bonus per l’autoformazione non si potrà usare per coprire queste spese vive. Il bonus in questione infatti, sarà erogato dal ministero agli insegnanti di ruolo in aggiunta allo stipendio di ottobre per ammortizzare le spese che rientrano in quelle indicate nella legge 107/2015.
Nonostante le critiche al sistema dei rimborsi, Orizzonte Scuola fa notare che da sempre il funzionamento dei bonus e delle agevolazioni è lo stesso:
Purtroppo è sempre stato così, il trasferimento dell’insegnante in altra città (ma anche del personale ATA) viene percepito come una manifestazione di volontà, poichè alla riapertura periodica delle graduatorie viene data facoltà di scegliere la provincia in cui inserirsi e si presuppone che l’insegnante scelga non solo in base alle maggiori possibilità lavorative, ma anche di tutte le conseguenze che ciò comporta. Dunque una scelta volontaria cui non è mai stato riconosciuto alcun benefit economico.