News Corp ha mandato in archivio con un’ingente perdita il quarto trimestre fiscale, per una svalutazione da 371 milioni di dollari connessa ad Amplify, sezione dedicata all’istruzione digitale con cui un tempo Rupert Murdoch sperava di rivoluzionare il settore americano dei libri di testo.
La svalutazione vale quasi quanto i 390 milioni di dollari pagati dal colosso editoriale nel 2010 per Wireless generation, attorno a cui ha poi costruito la divisione Amplify, che negli ultimi tre anni ha registrato solo perdite. Per questo News Corp ha deciso di “rivedere le alternative strategiche”, preannunciando una possibile uscita da questo business.
Nei tre mesi terminati lo scorso giugno, il gruppo che controlla i quotidiani Wall street journal e New york post ha registrato un rosso pari a 379 milioni di dollari, contro utili per 149 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Al netto della svalutazione, gli utili per azione sono stati pari a 7 centesimi, meglio dei 5 centesimi previsti dagli analisti. I ricavi sono scesi del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima a 2,14 miliardi di dollari, peggio dei 2,19 miliardi previsti dal mercato. La divisione dedicata all’informazione, da cui derivano circa due terzi dei ricavi complessivi, ha subito un -10% del fatturato a 1,4 miliardi, colpa di un dollaro forte e di un declino degli introiti da pubblicità su carta stampata.
Il margine operativo lordo è salito del 50% a 191 milioni di dollari grazie a un calo delle spese nei servizi dedicati all’informazione e nell’istruzione digitale.
Malgrado un’economia globale squilibrata, venti contrari molto complicati sul fronte valutario e la trasformazione del panorama dei media, nell’anno fiscale 2015 l’azienda ha messo a segno ricavi stabili, una crescita robusta dei margini e un flusso di cassa salutare. Questo è il pensiero dell’amministratore delegato Robert Thomson, che ha aggiunto di essere in trattative per cedere Amplify.