Il dato del GDP, il prodotto interno lordo, di ieri è non ha soddisfatto il Board della Bank of Japan, che di conseguenza non ha ritoccato i target di politica monetaria rimasti invariati (incremento della base monetaria di 60-70 trilioni di Yen all’anno) e gli acquisti di asset, ma ha votato all’unanimità il raddoppio gli ammontari di 2 schemi di lending ( la ” Stimulating Bank Lending Facility” e la “Growth-Supporting Funding Facility”), allungandone la scadenza e la durata di un anno.
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E’ stato deciso infatti per l’estensione per un anno degli schemi di supporto per le aree colpite dallo tsunami spiega Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr nel suo commento giornaliero. Nello Statement, il Board dichiara di attendersi che le modifiche promuovano iniziative da parte delle banche e stimolino la domanda di credito di aziende e privati, rafforzando i fondamenti della crescita. L’accoglienza tributata dal mercato alle misure (Nikkei +3.1%) va forse oltre i meriti specifici: in realtà gli istituti di credito facevano un uso ridotto di questi schemi.
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L’entusiasmo è dovuto presumibilmente all’effetto sorpresa, e all’idea che con questa mossa la Bank of Japan abbia voluto segnalare una maggiore attenzione e proattività. Kuroda in conferenza stampa ha rafforzato il messaggio, dichiarando che le misure miglioreranno l’impatto della politica monetaria, e che la BOJ non esiterà a intraprendere nuove azioni se necessario. Come noto, in aprile scatta in Giappone un robusto aumento IVA (dal 5 all’8%) e in molti si attendono che la Banca Centrale aumenti l’easing in primavera per contrastare l’effetto restrittivo della politica fiscale. Con la mossa odierna, Kuroda sembra aver inteso gettare un osso ai mercati, preservando per maggio giugno l’arma principale di easing, ovvero un aumento del QE.