Lo scorso anno si chiamava Imu, quest’anno si chiama Tasi e, anche se diversa nei suoi principi e nelle modalità di applicazione, sempre di una tassa sugli immobili si tratta. E, come per tutte le tasse e i tributi, c’è chi dovrà pagarla e chi, invece, è esente.
Su questo ultimo aspetto della Tasi ha fatto molto discutere l’esenzione degli immobili della Chiesa non destinati ad attività commerciali, ma non è solo il Vaticano a poter beneficiare dell’esenzione.
► Esentati dalla Tasi solo gli immobili indicati nei Patti Lateranensi
La lista degli esenti dalla Tasi
Non tutti gli immobili di proprietà della Chiesa avranno diritto all’esenzione dalla Tasi, che spetta solo per quegli immobili destinati all’esercizio del culto. Per tutti gli altri, quindi per gli immobili in cui si svolgono delle attività commerciali, il tributo dovrà essere pagato.
La stessa esenzione riservata alla Chiesa, è stata data anche agli immobili di proprietà di società no profit che svolgono attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Anche in questo caso, comunque, vale la regola che si ha diritto all’esenzione dal tributo solo nel caso in cui negli immobili in questione non si svolgano attività commerciali.
La lista degli esentati dalla Tasi non si ferma qui: non dovranno versare il tributo gli immobili posseduti dallo Stato, quelli di proprietà delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle comunità montane, gli immobili destinati ad usi culturali (musei, biblioteche e archivi), gli immobili classificati nelle categorie catastali da E/1 a E/9 (fari, porti, aeroporti), i terreni agricoli e gli immobili di pertinenza di Stati stranieri e di organizzazioni estere per i quali esistono specifici accordi internazionali che ne garantiscono l’esenzione fiscale.