Sono state Unicredit e Cassa di risparmio di Parma e Piacenza a sottoporre al Garante della privacy due progetti per l’utilizzo dei dati biometrici del cliente come strumento di tutela in caso di firma digitale nella sottoscrizione di modulistica bancaria.
► L’anagrafe si ma con la protezione dei dati
In pratica si tratta di affiancare all’utilizzo della firma digitale anche i dati biometrici del cliente che verranno registrati attraverso un semplice meccanismo: al cliente verrà chiesto di apporre la sua firma digitale su di un apposito tablet per più volte in modo che lo strumento possa registrare anche i dati relativi al ritmo, velocità, pressione, accelerazione e movimento della mano.
Questi dati vengono poi inviati ad un server che li elabora in una sequenza che, memorizzata in un apposito database, farà da raffronto per tutte le firme successive.
Quando il cliente vuole sottoscrivere un documento con la firma digitale dovrà prima firmare sull’apposito tablet che permette di confrontare la nuova firma con quella standard contenuta nel database e, solo in caso di coincidenza, si può procedere all’apposizione della firma digitale sul documento.
► Sfuggire al fisco è sempre più difficile
La firma digitale non è obbligatoria e presuppone il consenso del cliente. Queste nuove procedure, comunque, rispettano le leggi sulla privacy e la rilevazione biometrica non permette alla banca di rilevare eventuali altre patologie del cliente.