I conti pubblici dell’Italia non stanno molto bene, è un dato di cui ormai si è al corrente da tempo.
► Debito pubblico ancora sopra i due miliardi
Partendo da questo presupposto e analizzando quali saranno i cambiamenti previsti nel corso dei prossimi due anni, come emerge dalla versione definitiva del DEF presentata ieri, che ha messo nero su bianco una situazione più critica, dati alla mano, di quanto di si aspettasse, a partire dal 2015 il paese dovrà ricorrere ad una nuova manovra finanziaria per per proseguire il calo tendenziale dell’indebitamento e per mantenere il pareggio di bilancio strutturale.
► Senza Imu niente pareggio dei conti
I nuovi interventi serviranno a coprire, da un lato, i mancati introiti dell’Imu, che, se non rinnovata, scadrà nel 2015, e, dall’altro, per sostenere spese come le missioni italiane e la cassa integrazione.
Le stime parlano di una manovra, da effettuarsi per il biennio 2015/2017, pari ad almeno 20 miliardi di euro, che potrebbero triplicare se, come sostenuto da molte delle forze politiche che stanno lavorando al nuovo governo, l’Imu non sarà rinnovata.
► Tares prima rata a maggio e la maggiorazione arriverà a dicembre
C’è anche chi sostiene che sia già arrivato il momento per fare una prima manovra. Sono il responsabile economico del Pd Stefano Fassina il relatore finanziario Pierpaolo Baretta che ieri hanno parlato della possibilità di un piccolo intervento, stimato tra i 6 e gli 8 miliardi di euro, necessari per coprire i mancati introiti derivanti dal rinvio della Tares e dell’aumento Iva, e anche le spese per la cassa integrazione in deroga, gli esodati, le missioni all’estero e il bonus del 55% per le ristrutturazioni green.