Nuove regole di trasparenza per le aziende statunitensi, Da qualche tempo le differenze salariali e le crescenti disuguaglianze tra il 99% della popolazione e il rimanente 1% sono diventati tema di dominio pubblico.
A questo fenomeno gli Stati Uniti cercano di porre rimedio: d’ora in poi, infatti, le aziende americane saranno tenute a comunicare al mercato la differenza tra il salario del loro amministratore delegato e il salario del dipendente medio.
Lo stabilisce una nuova norma destinata a far discutere a lungo, soprattutto in vista dell’interminabile campagna elettorale americana che ha messo il tema della disuguaglianza al centro del dibattito. Con tre voti a favore e due contro (di matrice repubblicana), la Sec, Securities and Exchange Commission – l’equivalente della Consob italiana – ha deciso di adottare una regola che adessa sarà applicata a tutti i gruppi quotati in Borsa. Prevista già dalla riforma finanziaria Dodd-Frank del 2010, la norma è appoggiata da sindacati e da democratici preoccupati delle crescenti inuguaglianze nella società.
La speranza è che nei gruppi con i gap salariali maggiori venga messo un freno ai compensi di chi sta al vertice. Contrarie, invece, la aziende direttamente interessate secondo cui la riforma comporterà maggiori costi. Per questo minacciano già una serie di ricorsi legali che – appoggiati dalla Camera di commercio Usa – potrebbero approdare in tribunale.
Mary Jo White, presidente della Sec, ha dichiarato che la norma “fornirà agli azionisti informazioni addizionali che potranno usare nella loro analisi delle pratiche relative ai compensi degli executive di un gruppo, un’area importante della corporate governance”. Secondo i più critici, tuttavia, gli azionisti non sono affatto interessati a scoprire la differenza di retribuzione tra l’amministratore delegato e il dipendente medio.