Qualcosa cambierà. Fabrizio Saccomanni vuole modificare le norme e i parametri per la selezione dei top manager destinati a condurre le società controllate dallo Stato. In corso c’è una rivoluzione, capace di chiudere definitivamente l’era dei ‘famosi’ boiardi di stato, manager talvolta inamovibili, il più delle volte connessi alla partitocrazia.
Saccomanni in testa ha una sola parola chiave, ed è “trasparenza“.
Per essere il manager di un importante gruppo pubblico è obbligatorio aver superato una dura selezione e avere un curriculum specchiato. Inoltre, per effettuare la valutazione di quello che potrebbe essere considerato un vero e proprio esame d’ingresso, potrebbe presto arrivare un ‘comitato di saggi’.
Il cambiamento è stato annunciato dal ministro dell’Economia con un comunicato di una decina di righe dettato dall’urgenza dell’assemblea di Finmeccanica, in previsione domani, nella quale il Tesoro avrebbe dovuto indicare i nomi di due consiglieri di amministrazione. Invece, come si legge nel comunicato del ministero – all’assemblea c’è l’intenzione di proporre un rinvio di una nomina a un nuovo incontro degli azionisti.
Prima di scegliere, però, il governo vuole decidere per nuovi criteri: “Il ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con la presidenza del Consiglio dei Ministri“, si legge sempre nella nota del Tesoro, “vorrebbe definire procedure trasparenti per la nomina di amministratori nelle società controllate e criteri generali di valutazione delle candidature volti ad assicurare la qualità professionale e la competenza tecnica dei prescelti”.