Oi, gigante brasiliano del comparto delle telecomunicazioni, ha ricevuto una vantaggiosa offerta da parte di Altice per l’acquisizione di Portugal Telecom. Il valore della proposta è pari a 8,8 miliardi di dollari, tralasciando debito e liquidità.
L’asset pertanto è valutato sette volte l’ebitda. La somma comprende 400 milioni di earn-out connessi alla generazione futura di guadagni e 400 milioni connessi ai futuri free cash flow.
La proposta di Altice concerne gli asset dell’ex monopolista statale lusitano ma non prevede i titoli di debito emessi da Rio Forte, la holding in liquidazione della famiglia Espirito Santo, le azioni proprie di Oi e i veicoli finanziari di Portugal Telecom. Altice ha già reso noto che, qualora l’offerta venisse approvata, l’operazione sarà finanziata con mezzi propri e nuove modalità di credito.
Il cda di Oi terrà in considerazione la proposta, ma non è ancora stato detto quando risponderà. Nel caso in cui accettasse, gli analisti di Equita calcolano che il multiplo debito/ebitda del colosso brasiliano passerebbe dalle attuali 4,3 volte a 3,3 volte dopo la cessione. Tale eventualità renderebbe più realistiche un’offerta congiunta di Vivo (Telefonica), Oi, Claro (America Movil) su Tim Brazil, società controllata di Telecom Italia, o un’integrazione fra Tim Brasil e Oi. Tale business combination eleverebbe il multiplo debito/ebitda 2015 da circa 2,8 a circa 3 volte.
Anche gli analisti di Banca Imi ritengono che, una volta accettata l’offerta di Altice, potrebbe verificarsi il consolidamento del comparto della telefonia mobile in Brasile sia con una fusione amichevole tra Oi e Tim Brasil sia con un break-up di Tim Brasil.
Così malgrado la nuova smentita di Telefonica, che non è interessata al break up di Tim Brasil, il progetto a detta degli esperti di Icbpi potrebbe essere guidato direttamente da Claro e Oi con l’ex monopolista spagnolo che potrebbe entrare in un secondo momento.