La politica sta tagliando i suoi costi: un dovere nei confronti dei cittadini che sono ancora preda di una crisi che non sembra voler finire e che sta abbattendo consumi e risparmio.
► La Camera taglia spese per 8,5 milioni di euro
I politici, che da questa crisi dovrebbero tirarci fuori, hanno dalla loro parte degli stipendi di tutto rispetto per il lavoro che fanno che, per effetto della legge anticorruzione (legge n.190 del 2012), del decreto legge n. 33 di marzo scorso (entrato in vigore il 20 aprile scorso con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) e di quanto fatto da Mario Monti – i cui ministri avevano l’obbligo di pubblicare online la situazione patrimoniale del proprio Esecutivo – dovrebbero rendere pubblici l’importo dei loro emolumenti.
Se anche non si volesse seguire l’esempio dato dall’ex premier Monti, c’è il Dlgs 33/2013 a imporlo: secondo il decreto, infatti, tutte le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicare online, in una apposita sezione del loro sito, informazioni sulla situazione economica dell’amministrazione stessa e di chi ricopre degli incarichi al suo interno (compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica, dichiarazioni dei redditi e situazione patrimoniale anche per il coniuge e ai parenti entro il secondo grado).
► Abrogati gli stipendi da ministro
Al momento i siti dei Ministeri tacciono. Nessun ministro, segretario, sottosegretario e via dicendo ha pubblicato nulla a riguardo. C’è da sottolineare, comunque, che il tempo previsto dal decreto per l’aggiornamento è di tre mesi, uno dei quali, però, è già passato.