Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dopo aver inaugurato la tre giorni della Conferenza europea della gioventù a Roma, ha parlato di lavoro proponendo un metodo per conferire nuova linfa vitale allo Stato e alla sua fascia più giovane: servono meno opportunità e meno rendite. Sarà questo un buon metodo per far ripartire il mercato in un momento come quello che viviamo?L’appuntamento romano si configura come l’evento predominante delle politiche giovanili all’interno di quello che sarà il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Alla Conferenza si confrontano oltre duecentocinquanta partecipanti tra i direttori generali delle politiche giovanili dei ventotto Stati dell’Unione e i delegati delle associazioni giovanili che arrivano da tutta Europa. L’obiettivo del Ministro Poletti? Verte in una precisa direzione. Si tratta di analizzare e individuare gli interventi più importanti al fine di promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica nazionale e comunitaria. Il Ministro del Lavoro si è così espresso:
Dobbiamo moltiplicare le opportunità per i giovani, ridurre le rendite e spostarci dalla difesa di ciò che c’è a possibilità dinamiche. Occorre un cambiamento di impostazione: non elargire aiuti ma togliere gli ostacoli sul piano culturale e sociale. Questo produce maggiori risultati. Bisogna superare il dualismo tra chi è dentro e chi è fuori.
Poletti ha successivamente messo in evidenza l’impegno del Governo italiano in un programma di riforme che coinvolge in primo luogo la scuola, il lavoro e la relazione scuola-lavoro. Inoltre, il Ministro del Lavoro ha dichiarato di voler “esportare” in Europa il modello del servizio civile anche come iniziativa che punta a favorire l’occupabilità dei giovani.