Alla fine dell’anno scorso, nell’ultimo trimestre dell’anno in particolare, è stato prospettato un aumento indiscriminato delle quotazioni dell’oro, in parte da attribuire all’essenza del metallo prezioso, al fatto che da sempre è stato il bene rifugio per eccellenza, e in parte da attribuire alla corsa all’oro dei paesi emergenti.
In un momento di crisi, infatti, investire nell’oro è rassicurante, tranne se poi si considerato alcuni momenti contingenti. L’oro, infatti, di recente, è finito nel mirino dei grandi investitori che sono pronti a scatenare le vendite, più di quanto non stia già succedendo.
►Barclays suggerisce le commodities per il 2013
Questo dipende anche dal fatto che il mercato aurifero sta perdendo i pezzi, alcuni hedge fund di portata globale stanno uscendo dal mercato. Si pensi ad esempio a Soros. Tutti elementi d’analisi che contribuiscono a giustificare il crollo del prezzo dell’oro nelle ultime due settimane.
Il metallo in questione è arrivato a 1555 dollari l’oncia e febbraio è da considerare il quinto mese consecutivo di ribassi. Quasi nessuno, adesso, è pronto a giurare che l’oro superi la soglia dei 1800 dollari l’oncia. Avevano anticipato il trend Credit Suisse e Goldman Sachs ed ora, a queste due banche si aggiunge anche Société Générale che ritiene che l’oro possa perdere ancora valore arrivando anche a 1350 dollari l’oncia nei prossimi cinque anni.