Non si tratterebbe solo di una vittoria dei diritti. La parità di genere sul lavoro costituirebbe anche uno stimolo per l’economia che stenta a uscire dalla recessione.
Un nuovo rapporto del McKinsey Global Institute menzionato dal Wall Street Journal offre una nuova stima di questo potenziale non sfruttato. Secondo lo studio infatti se le donne avessero gli stessi ruoli degli uomini il Pil annuo globale crescerebbe di 28 mila miliardi nel 2025, il 26% del Pil globale, che equivarrebbe alla ricchezza di Cina e Usa messe insieme.
Il rapporto tiene in considerazione alcuni indicatori di genere, tassi di partecipazione delle donne come forza-lavoro, ma anche tassi di mortalità ed inclusione sociale in 95 paesi che coprono il 90% del Pil mondiale. Ma anche una semplice riduzione del gap di potere tra uomini e donne darebbe un significativo contributo alla crescita: secondo lo studio infatti, se ogni paese esaminato migliorasse la parità sul posto di lavoro stimolerebbe la crescita per circa 12 trilioni in 10 anni.
Il più alto potenziale di vantaggio economico sarebbe in India, insieme con il resto dell’Asia del Sud, del Medio Oriente e del Nord Africa, che hanno segnato gli score più bassi in materia. Ma sia le economie avanzate che quelle emergenti avrebbero da guadagnarci. Secondo gli autori, 74 dei 95 paesi analizzati potrebbero incrementare il Pil di oltre il 20% nel 2025 se le donne venissero messe in condizione di esprimere il loro potenziale economico. Negli Stati Uniti ad esempio la parità di genere potrebbe aggiungere 4,3 trilioni di dollari all’economia, il 19% del Pil, mentre una riduzione del divario che porti il paese ai livelli della Spagna (che ha segnato il risultato migliore dell’area Europa-Nord America) aggiungerebbe 2,7 trilioni al prodotto interno lordo, il 12%.