Se registrare un brevetto in Italia costasse ancora così tanto, le imprese sarebbero incentivate ad andare a fare la registrazione del loro prodotto e del loro servizio esclusivo, direttamente all’estero. Invece con la tassazione agevolata sui brevetti si prova ad invertire la tendenza.
Gli inventori sono cervelli in fuga? Fino ad un certo punto sì ma se poi le opere d’ingegno e i brevetti sono detassati, allora l’Italia potrebbe tornare ad essere veramente un Paese di santi, navigatori, poeti e inventori.
> Cervelli in fuga, l’analisi dell’Economist
A chi è rivolto questo beneficio?
Il beneficio è destinato a tutti i titolari di reddito d’impresa, quindi non riguarda autonomi e professionisti. Per micro imprese e PMI è prevista la possibilità di un calcolo agevolato della parte di reddito non tassabile.
L’obiettivo è anche quello di semplificare la vita contabile delle imprese italiane.
Il beneficio fiscale
Si tratta di una deduzione dal reddito pari al 30% nel 2015, al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017. La tassazione ridotta è applicabile per cinque anni ed è rinnovabile ma non revocabile. Esprime soddisfazione il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui:
«l’innovazione è essenziale per consentire al Paese di crescere e per creare occupazione di qualità», «una sfida che le imprese sono chiamate ad affrontare con il sostegno del governo».
Il Patent Box, così è stata chiamata la tassazione agevolata su brevetti (anche in corso di registrazione) e opere d’ingegno è al via. Il decreto attuativo è stato firmato dai Ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico ed è in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.