Cosa dovrebbe cambiare per le partite IVA? Per il momento, in base alla Legge di Stabilità, c’è stato il passaggio dal regime dei minimi a quello forfetario con un incremento dell’aliquota IRPEF dal 5 al 15 per cento che ha indispettito gli autonomi già interessati da un balzo in avanti dell’aliquota INPS. Cosa deve cambiare allora nei prossimi mesi?
Le partite IVA, secondo quanto definito dalla legge di Stabilità, subiscono due tipi di rincari. Per loro infatti aumentano:
- l’imposta sostitutiva che passa dal 5 al 15 per cento,
- l’aliquota INPS per la Gestione Separata che sale dal 27 al 30 per cento (senza considerare il contributo dello 0,72% che resta immutato).
Una stangata che gli autonomi hanno portato all’attenzione del Governo, anche con una serie di proteste gestite tramite i social che hanno bombardato di richieste il presidente del Consiglio. È stato proprio il premier a promettere di prendere in mano la situazione provando a risolvere le anomalie del sistema.
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L’idea che va per la maggiore dovrebbe portare ad una proroga della normativa precedente, quindi consentendo a chi apre una partita IVA nel 2015 di avere un’imposta sostitutiva ancora al 5%. Oppure, in alternativa, fare in modo che le nuove partite IVA possano scegliere tra il vecchio regime con imposta al 5% (con limiti anagrafici, reddituali e temprali per l’accesso e la permanenza nel regime) e il nuovo regime con imposta al 15% ma senza limiti di durata ed età.
Rispetto alla Gestione Separata la situazione è più complicata perché al Governo servono ben 180 milioni di euro per riuscire a coprire integralmente il gettito legato ad un aumento dell’aliquota previdenziale dal 27 al 30 per cento. Con questi soldi si potrebbe congelare il rincaro previdenziale ma è più probabile che si cerchino e trovino i fondi per limitare l’incremento dell’aliquota al +1%.
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