Un “no” secco dopo l’altro. La telenovela PartnerRe – Exor sembra non avere fine ma i margini per trovare un’intesa e concretizzare un’operazione mancano.
Il numero uno della compagnia chiude ancora una volta le porte alle proposte provenienti dalla holding di proprietà della famiglia Agnelli. E, in vista dell’assemblea del 24 luglio i vertici dell’azienda spiega ancora una volta agli azionisti perché bisogna chiudere le porte ad Exor e votare invece a favore della fusione con Axis Capital. E stavolta chiama in causa direttamente l’impegno che il gruppo italiano ha in Fca, un investimento troppo importante per Exor e quindi in grado di distogliere risorse ed energie dall’eventuale coinvolgimento in PartnerRe.
In un testo preparato in vista dell’assemblea della compagnia di riassicurazione, intitolato “Presentazione di documenti che dettagliano i rischi inaccettabili posti dall’offerta inferiore di Exor”, il board di PartnerRe chiama in causa tre ordini di fattori: “La capacità e il desiderio di Exor di chiudere potrebbero risultare notevolmente danneggiati da pressioni finanziarie sulla leva cui avviene la transazione – scrive il board – dalla capacità di Exor di far cassa e dai suoi impegni nei confronti di altri investimenti (tra cui Fiat Chrysler)”. E ancora: “I regolatori e le agenzie di rating probabilmente vorranno esplorare le intenzioni di Exor per PartnerRe, in particolare visti i report frequenti sulla ricerca di soluzioni strutturali per le prossime sfide che riguardano Fiat Chrysler”. Infine i tempi di esecuzione dell’operazione, che con Exor “non si chiuderà quest’anno” mentre nel caso di fusione con Axis non andrebbero oltre il terzo trimestre.
Pochi giorni fa i dirigenti della compagnia Usa avevano inviato una lettera agli azionisti, invitandoli a non farsi “ingannare dalla falsa retorica e dalle asserzioni non corrette di Exor” ricordando che la holding della famiglia Agnelli non è stata disponibile ad alzare il prezzo dell’offerta, ritenuto inadeguato dal board.