Ci sono dei lavoratori che hanno usufruito della pensione anticipata e sono stati penalizzati se non avevano raggiunto i 62 anni di età. Un disincentivo studiato per far restare a lavoro la vecchia guardia. Adesso però la penalizzazione è stata rivista ma non è detto che sia retroattiva. Il punto della situazione.
Per andare in pensione anticipata prima dei 62 anni è necessario:
- agli uomini avere almeno 42 anni e sei mesi di contributi
- e alle donne è necessario avere 41 anni e sei mesi, fino al 31 dicembre 2015.
Poi si dovranno aggiungere altri quattro mesi – quindi 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 42 anni e 10 mesi per le donne – dal primo gennaio 2016.
La novità è che coloro che maturano i requisiti per la pensione anticipata dal primo gennaio 2015 non saranno più penalizzati con la riduzione dell’1 o 2% dell’assegno. Una penalizzazione che continua ad essere applicata ai lavoratori andati in pensione anticipata fra il 2012 e il fine 2014. A partire dal 2018, sarà necessario avere 62 anni.
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Questo vuol dire che le pensioni anticipate maggiormente penalizzate sono quelle che riguardano chi è andato in pensione dal 2012 al 2014, quindi dopo la Riforma Fornero che ha introdotto la penalizzazione economica per gli anticipatari, e prima della legge 190/2014 che ha eliminato la penalizzazione sui trattamenti pensionistici almeno fino al 2017.
Questo fa sì che chi è andato in pensione tra il 2012 e il 2014 abbia uno stipendio inferiore a chi ha maturato i requisiti prima del 2012 e dopo il 2014. Poletti ha riferito alla Camera che l’eliminazione della riduzione dell’assegno è stata prevista per i nuovi pensionati ma per estender questa misura è necessario trovare nuove coperture economiche.