Le pensioni di reversibilità continuano ad essere al centro delle attenzioni di tutti, a seguito dell’allarme lanciato durante i giorni scorsi circa la possibilità di tagli nelle erogazioni future.
Il Governo Renzi ha più volte smentito che sia sua intenzione fare cassa con le pensioni di reversibilità, garantendo che le polemiche degli ultimi tempi siano infondate. Nel contempo i sindacati puntano al ritiro della norma. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un confronto con il Governo ed hanno inviato una richiesta di audizione alla Commissione Lavoro della Camera sui temi previdenziali.
Nello specifico Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera al Presidente della Commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano. Cosa contiene questo testo ufficiale?
Siamo preoccupati per le continue notizie apparse sugli organi di stampa che anticipano i contenuti di provvedimenti volti ad incidere significativamente sulla tutela e sul valore delle pensioni e su alcuni istituti che hanno una valenza tipicamente previdenziale, pur svolgendo un’importante funzione sociale, come nel caso dell’integrazione al trattamento minimo. E’, a nostro avviso, indispensabile che qualunque intervento o misura di cambiamento delle regole previdenziali, venga attentamente analizzato, valutato e discusso in un confronto aperto con le rappresentanze del mondo del lavoro e dei pensionati che sono, fra l’altro, oltre che i fruitori delle prestazioni previdenziali, anche i principali contribuenti del sistema.
Quando si parla di pensioni di reversibilità si parla di un credito che spetta a moltissime persone.Sono infatti circa 3,9 milioni di donne, e 500.000 uomini, quasi tutti vedove e vedovi, data l’età media di 74-75 anni. Sul totale delle pensioni quei 4,4 milioni rappresentano il 25%, mentre le pensioni di reversibilità delle donne sono il 40% di tutte le pensioni percepite da donne.