Inizia a intravedersi la possibilità concreta per le donne di poter andare in pensione anticipatamente. Sembra che si stia delineando l’effettiva possibilità che il termine ultimo per andare in pensione anticipata prima dei 60 anni con il sistema contributivo possa venire riportato alla fine del 2015, termine originariamente previsto ma anticipato dall’Inps per motivi di calcolo.
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Le commissioni Lavoro di Camera e Senato hanno chiesto al governo di dilatare i tempi di scadenza dell’opzione contributivo, in modo sperimentale avviata nel 2004 dopo la riforma Maroni su lavoro e pensioni. La richiesta è stata avanzata per le difficoltà incontrate nei calcoli degli anni di contributi e nelle tempistiche per la pensione anticipata delle donne cosa che ha portato l’Inps a rivedere in peggio i presupposti creando malcontenti.
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In base alla riforma Maroni, la pensione di anzianità anticipata per le donne poteva essere raggiunta con 35 anni di contributi e 57 anni di età se dipendenti o con 58 anni se autonome, che abbiano però scelto di passare dal metodo retributivo al metodo contributivo per il calcolo della pensione.
Intanto le commissioni Lavoro hanno approvato una risoluzione che impegna il governo a domandare all’Inps di non utilizzare la finestra mobile nè l’adeguamento alle aspettative di vita, lasciando i requisiti per la pensione anticipata delle donne che hanno scelto il contributivo a 35 anni di contributi e i 57 o 58 anni di età dovrebbero poter essere raggiunti fino alla fine del 2015. A questo punto bisogna vedere se il ministero sarà d’accordo con tale richiesta misurando le risorse disponibili.