Bisognerà aspettare la ripresa dei lavori, fissata a settembre con un nuovo tavolo tra Governo e sindacati, per raggiungere un accordo sulle pensioni.
Nel frattempo, il ministro Giuliano Poletti ha parlato di risorse rilevanti per ciò che riguarda il prestito pensionistico. Superiori ai 600 milioni di cui si parlava fino a qualche giorno fa. Inoltre, Poletti ha parlato di flessibilità in uscita non escludendo nuovi interventi relativi a precoci, discontinui e usuranti. La legge Fornero ha penalizzato fortemente tali categorie, dato il loro lungo excursus lavorativo. Per coloro i quali fanno parte di questi settori si profila l’arrivo in pensione a 67 anni malgrado lavorino dall’età di 14. Il Governo, dunque, li aiuterà.
Prima che i sindacati andassero in vacanza i segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno fissato una tabella di marcia definitiva di concerto con il sottosegretario Nannicini e il ministro del lavoro. L’appuntamento è al 6 settembre, per iniziare parlare di: lavoro, pensioni, piano per pensionandi e pensionati.
Si discuterà dell’uscita anticipata rispetto ai requisiti allungati dalla Fornero, resa operativa dall’Ape. Dall’altra un intervento di sostegno alle pensioni più basse, con l’allargamento della quattordicesima anche a chi prende assegni fino a mille euro (oggi il limite è a 750) oppure della no tax area alzando il tetto a 8.140 euro, la soglia di esenzione dall’Irpef. Non è escluso un mix delle due.
L’ostacolo fondamentale concerne le risorse. Per la Uil servono 2 miliardi e mezzo per far tutto e bene. Le altre sigle non quantificano, ma è chiaro che la coperta non può essere troppo corta. I pensionati sono stati esclusi dagli 80 euro, penalizzati dal blocco della rivalutazioni, risarciti solo in minima parte dopo la sentenza della Corte Costituzionale di un anno fa.