Il governo Renzi vorrebbe modificare il sistema pensionistico attuale con forme di flessibilità in uscita e con il ritorno del sistema contributivo per lasciare a 57 anni il lavoro, da estendere anche agli uomini modificando la riforma Fornero.
Alla luce della situazione odierna vanno comprese le motivazioni che hanno portato alla predisposizione, tre anni fa, di una riforma pensionistica tanto rigida, è indispensabile fare delle considerazioni prima di dare per sicuro il dopo estate per nuovi interventi attesi. E’ vero che il governo ha fatto intendere di aver rimandato ogni modifica sulle pensioni ad ottobre con la nuova Legge di Stabilità ed è anche vero che ci sono le ipotesi allo studio, ben definite e delineate, alcune, come il prestito pensionistico, ormai ben note, ma è anche vero che i mesi in più che il governo si è preso per studiare su questa questione dipendono dalla speranza che qualcosa per l’economia italiana migliori in modo da poter davvero mettere in atto quanto fino ad oggi proposto.
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Se, infatti, conti e risorse non lo consentiranno, sarà difficile che anche con la legge di Stabilità possano essere approvati nuovi piani previdenziali, per tutti. E questa è anche la motivazione per cui, anche se molto criticata, anche se più volte ha scatenato polemiche principalmente per aver creato situazioni davvero problematiche come quelle di esodati e Quota 96, la legge Fornero non è stata ancora toccata. Non c’è probabilmente il coraggio di intervenire su una riforma che sicuramente, stando ai calcoli, dovrebbe portare ben 80 miliardi di euro, tra il 2012 e il 2021.