Pensioni, Padoan a lavoro

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Il governo ci sta lavorando duramente in questi giorni e prima possibile avrà la definizione del quadro quantitativo.

L’obiettivo è quello di rispettare la sentenza della Consulta, minimizzando il costo per lo Stato. Questo è l’impegno preso dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che è stato interpellato in Senato sull’impatto sui conti pubblici della sentenza della Corte costituzionale che ha cassato lo stop all’indicizzazione della pensione. Una grana che secondo i calcoli più aggiornati potrebbe arrivare a pesare 13 o addirittura 16 miliardi sui conti pubblici italiani. E a chi domanda della posizione della Commissione Ue, Padoan aggiunge: “la Commissione si chiede l’impatto sui conti e sulle regole ma le regole – sottolinea – saranno rispettate e non ci sarà una manovra correttiva”.

A margine di un’audizione in commissione Finanze, il titolare dei conti italiani ha poi assicurato che sarà data una “risposta positiva alla consulta” e a chi domanda delle voci su una restituzione non integrale degli importi pregressi, ma limitate a una soglia del 50%, risponde: “Di voci ne ho sentite tantissime e non le sento più”. Quanto alle stime macroeconomiche e di finanza pubblica sui Paesi Ue diffuse oggi dalla Commissione europea, per Padoan sono “praticamente in linea con il Def e questo ci rassicura”. Per il ministro, c’è la “stessa visione attuale e futura” dell’economia italiana.

Il titolare di via XX Settembre ha anche approfondito il tema della bad bank, l’istituto che dovrebbe sgravare le banche italiane dal peso dei crediti inesigibili. Il principale ostacolo alla creazione di una bad bank è la disciplina Ue degli aiuti di Stato, ha spiegato ricordando però che il governo è al lavoro “anche in queste ore” con l’Unione europea per raggiungere un accordo.

 

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