Un recente rapporto ISTAT riporta l’attenzione sugli assegni pensionistici per illustrare come le pensioni nel nostro paese siano sempre più povere e quasi la metà dei pensionati viva con un assegno che non arriva nemmeno a 1000 euro. Da questo punto di vista pesa molto anche il divario geografico e di genere.
L’importo delle pensioni nel nostro paese ha subito una contrazione: il fatto principale è che c’è stata una riduzione del numero dei pensionati ma è salita al contempo la spesa pensionistica. A spiegare bene il fenomeno ci ha pensato l’ISTAT che adesso con i dati del 2013 dice che i pensionati sono 16,4 milioni, vale a dire 200 mila in meno rispetto al 2012, con un assegno medio teorico di 16638 euro che equivale a dire 323 euro in più rispetto al 2012. Gli aumenti devono però tenere conto anche dell’identità dei pensionati La pensione media annua, infatti, è di circa 3000 euro in meno rispetto al 2012.
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Andando a fare lo zoom sui pensionati e sull’entità del loro assegno si scopre allora che:
- il 41,3% percepisce un assegno sotto i mille euro al mese
- il 39,4% oscilla tra mille e 2mila euro
- il 13,7% va dai 2mila e 3mila euro
- il 4,3% ha un assegno tra 3mila e 5mila euro
- e soltanto l’1,3% percepisce una pensione d’oro sopra 5mila euro.
Nella maggior parte dei casi, nel 52,3% delle volte, le pensioni sono di vecchiaia e anzianità e hanno un importo medio annuo più elevato. A seguire ci sono le pensioni ai superstiti che sono il 20,6% dei trattamenti e infine i trattamenti assistenziali (18,4%), le pensioni di invalidità (5,2%), sociali (3,6%), indennitarie (3,5%) e di guerra (1%).