Nonostante l’abolizione dell’emendamento per il pensionamento dei 4mila di Quota 96 della scuola, per mancanza di risorse, il ministro del Lavoro Poletti ha comunicato innovazione pensioni per un’uscita anticipata e flessibile che vada bene per tutti, spiegando, in particolare, “Ci stiamo lavorando, consapevoli che si tratta di interventi onerosi dal punto di vista economico e finanziario. Dobbiamo rendere più flessibile la possibilità di pensionamento, trovando gli strumenti adatti e coerenti alle diverse situazioni. Un conto è parlare di esodati, ovvero di persone rimaste in mezzo ad un guado in seguito al varo della riforma, un conto è parlare di situazioni socialmente problematiche come quelle ad esempio di chi ha perso il lavoro in età avanzata ma non tanto da poter accedere alla pensione. Per questo abbiamo individuato strumenti differenziati”.
> Pensioni scuola, tutto da rifare. Abolita la norma di tutela per i Quota 96
Il ministro Poletti ha precisato: “La riforma Fornero ha creato una morsa terribile: è stata aumentata l’età pensionabile e se i più anziani rimangono al lavoro non entrano certo i giovani. Si tratta di un blocco che va superato flessibilizzando in uscita le pensioni. L’accesso alle pensioni 2014 va dunque reso meno rigido e più fluido, com’è ancora presto per dirlo”. Opinione condivisa anche dal presidente della Commissione Lavoro Damiano “Bisogna introdurre una norma di flessibilità”.
Ma è l’Inps in questo caso a imporre il proprio no e a dare reale dimostrazione di come sia critico il problema delle coperture economiche. Stando alle stime dell’Istituto, la misura di uscita a 62 anni senza penalizzazioni costerebbe ben più di 45 miliardi di euro.