All’inizio dell’anno tutte le realtà nazionali ed europee erano concordi nell’inserire la fase della ripresa già nel terzo trimestre dell’anno, quindi a partire da luglio, poi, dopo aver preso coscienza dei primi risultati trimestrali, tutto è stato rimandato non a settembre ma alla fine dell’anno. Nello stesso tempo le aziende, ormai soffocate dalla crisi, chiedono interventi strutturali immediati al governo.
►Anche l’economia USA pronta al rallentamento
L’ultimo appello in tal senso arriva direttamente da Confindustria preoccupata dall’allontanamento della ripresa. La recessione è molto più prolungata del previsto e per questo il momento positivo si allontana ancora. Il centro studi dell’unione industriale ha spiegato che prima della fine dell’anno non si potranno avere risultati positivi per l’economia tricolore.
Anche nell’ultimo trimestre dell’anno, tra l’altro, non ci si aspetta certo un miracolo. Le stime più ottimistiche parlano di una ripresa pari allo 0,2 per cento. Il PIL, infatti, scenderà addirittura più del previsto. Si pensava ad un calo dell’1,1 per cento ma ci sarà un abbassamento più sostanzioso dell’1,9 per cento.
►A Krugman non piace l’atteggiamento della FED
Nel 2014, tanto per continuare con le statistiche di Confindustria, la ripresa non sarà inizialmente dello 0,6 per cento ma soltanto dello 0,5 per cento. Una variazione che in termini percentuali sembra irrisoria ma che al contrario comporta danni alle industrie e alle famiglie. Queste, dal punto di vista dei consumi, ridurranno le spese nel 2013 del 3% e nel 2014 dello 0,3%.