Tra il 2010 e il 2013 le retribuzioni dei dipendenti statali hanno subito un calo complessivo di circa 3000 euro lordi. Lo rileva, con apprensione, la Cgil, che ricorda come a partire dal 2010 sia stata approvata l’ interruzione degli aumenti salariali per l’ intera categoria e come, entro la fine di quest’ anno, gli stipendi per questi ultimi saranno ridotti di altre 600 euro circa.
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La Cgil chiede dunque che vengano al più presto rinnovati i contratti per i lavoratori precari della Pubblica Amministrazione – circa 200 mila contratti tra quelli a termine, gli lsu, gli interinali e le collaborazioni, in scadenza a luglio, in mancanza dei quali molti servizi oggi offerti potrebbero non venire più coperti. Le cifre relative al numero degli addetti del settore, tra l’ altro, non è entusiasmante. In soli 4 anni si sono potuti registrare più di 150 mila dipendenti in meno, che rischiano di diventare 400 mila entro il 2014.
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Stando così le cose, sottolineano dal sindacato, sono almeno due i grandi problemi affrontati dai lavoratori del settore pubblico nel giro di pochi anni: il calo generale del costo del lavoro, che tra il 2010 e il 2014 è stato ridotto di circa 7 miliardi di euro e il gravoso blocco del turn over, che impone un pesante taglio del personale, permettendo di reintegrare solo il 20% dei lavoratori fuoriusciti.