Da un recentissimo studio dell’Ocse emerge che il reddito medio in Italia, dal 2008 ad oggi, ha subìto una contrazione di circa 2.400 euro annui scendendo a 16.200 euro pro capite: nello stesso periodo la riduzione media dei redditi nei paesi dell’ Eurozona è stata di 1.100 euro in termini reali.
L’Italia, ventesima in classifica sui 34 paesi aderenti all’Ocse, si colloca appena sopra la media. In particolare il reddito del 10% più disagiato della popolazione si è limitato a 5.600 dollari annui contro i 6.700 dollari del periodo pre-crisi.In questo caso la media dei paesi Eurozona è di 7.700 dollari, quella dei paesi Ocse di 7.100. Lo studio rileva anche che la diminuzione (-12%) che ha riguardato i redditi delle fasce svantaggiate è stata più rilevante della diminuzione subita dal 10% di popolazione più abbiente (-2%).
► Ocse, Italia crescita lumaca
Il numero degli italiani che dichiarano di non disporre di soldi sufficienti per acquistare cibo è salita al 13,2% dal 9,5% degli anni ante-crisi, contro una media europea dell’11,5%.
Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione è raddoppiato (dal 6% al 12,3%), con un picco del + 40% tra i giovani. Tra il 2008 ed il 2013 la disoccupazione è aumentata in pratica ad un ritmo di 5.100 lavoratori per settimana: più di un quinto dell’aumento totale della disoccupazione nell’Eurozona è dovuto all’Italia.
Anche l’andamento demografico manda segnali non incoraggianti per l’Italia: il tasso di fertilità resta a 1,4 figli per donna, al di sotto dell’ “indice di rimpiazzo” della popolazione pari a 2,1 figli. Per ogni ultra-65enne, sono solo tre le persone in età lavorativa: il secondo livello più basso in ambito Ocse dove la “media di sostegno” è di 4,2 persone attive. Il nuovo fenomeno dell’emigrazione, poi, colloca l’Italia al quarto posto tra i paesi industrializzati: dal 2008 ad oggi il numero di cittadini italiani che si è trasferito all’estero è aumentato del 50%.