Durante l’ultima riunione del 5 giugno Mario Draghi ha deciso di tagliare i tassi di riferimento di 10 punti base, portandoli ad un livello che probabilmente non verrà più rivisitato a ribasso, portare i tassi di remunerazione sui depositi delle banche che possono accedere al circuito della BCE in territorio negativo ed implementare delle misure straordinarie di fornitura di liquidità al sistema bancario europeo. Questo ha prodotto inizialmente una discesa della moneta unica che non è stata in grado di superare a ribasso le più importanti aree di supporto passanti per 1.3450, per ritornare gradualmente verso 1.3700, mostrando ancora una volta il grado di forza relativa rispetto al dollaro americano. Oggi dovremo prestare particolare attenzione all’EurUsd sopra tutti, in quanto nessuna novità da parte di Draghi potrebbe risultare supportava per l’euro.
> La deflazione potrebbe diventare il più grave problema in Europa
Il presidente si concentrerà, verosimilmente, sull’analisi di come le cose stiano cambiando (se lo stanno facendo) durante l’ultimo mese e sull’inflazione, che ha mostrato un nuovo ma continuo stallo all’ultimo rilascio (0.5% e 0.7% quella core) spiega DailyFx. Il fattore scatenante potenziale volatilità sarà però, a nostro parere, l’analisi della situazione del credito, non ancora sbloccatasi visto che i depositi overnight, seppur costosi per chi li effettua, stanno rimanendo su livelli elevati non andando a trasmettere denaro ad imprese e consumatori. Non dobbiamo dimenticarci però dei NFP, che oggi potrebbero portare allo scatenarsi di dinamiche dollaro-centriche che potrebbero risultare propedeutiche a movimenti all’unisono del biglietto verde, con l’eccezione, o meglio, con il dovere di prestare un’attenzione particolare all’EurUsd (come accennato poche righe fa) e a tutti i cross euro.