La Lettonia ha ottenuto il via libera dalla Commissione europea e dal gennaio del 2014 sarà il 18esimo paese ad entrare a far parte della zona euro. Un passo decisivo e radicale, motivato dal fatto che il paese ha voglia di togliersi di dosso l’immagine di paese “povero”.
►La Lettonia sempre più vicina all’euro
Secondo il primo ministro lettone Valdis Dombrovskis l’entrata nell’euro sarà sicuramente di stimolo alla crescita economica del suo paese. L’opinione del management politico è radicalmente differente da quella della popolazione che non è sicura di voler entrare nello spazio economico del Vecchio Continente.
Il 35% degli intervistati rappresenta l’esiguo zoccolo duro del movimento pro-euro. Al contrario coloro che sono pronti ad opporsi a questa scelta del paese, sono in continuo aumento. Alle ultime elezioni locali hanno addirittura dimostrato di crescere vistosamente.
►L’austerity blocca il PIL americano
Per capire se si tratta della scelta giusta è stata tirata in ballo la teoria economica dell’area monetaria ottimale, ovvero di quel territorio dove i vantaggi e gli svantaggi di aderire ad un medesimo sistema monetario si bilanciano.
La teoria delle aree valutarie ottimali è del 1961 e parte da una teoria “generale” ovvero che un paese che fa parte di un mercato monetario ha il vantaggio di ridurre i costi del commercio ma ha lo svantaggio di non poter gestire gli shock esterni.